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Una recensione di Enrico Pietrangeli |
Il Foglio Clandestino nasce come rivista
di settore negli anni Novanta e, da allora, di strada ne ha fatta.
Spartana nella veste ma piena di consistenti contenuti, a partire dai
suoi arguti e coinvolgenti editoriali e un Peter Russell orbitante nella
redazione. Storia molto più recente è quella della casa editrice.
Ancora pochi titoli nel catalogo, ma tante idee in sviluppo per
altrettante collane. Reiki non si presenta come un manuale, ma
attraverso la diretta esperienza della Bonelli che, come presupposto,
vuole suscitare curiosità, genesi da dove si espande ogni energia, sia
sul piano immanente che su quello spirituale. Coerenza e un "Pensiero
Positivo", già frutto di una tesi dell'autrice, optano per la carta
riciclata delineando un prodotto poco ricercato, minimalista e
raffinato, impregnato nel gusto retrò d'illustrazioni in effetto
dissolvenza, nei colori che riportano agli anni Cinquanta. Sul finire
dello scorso millennio, a Bergamo, nasce il casuale incontro con questa
pratica, ma poi non più di tanto, per via del fatto che "ogni anima" ha
un "progetto ben preciso" da assolvere. Corrispondenze e significati
dell'ideogramma Reiki, se attivati, fomentano quell'alchimia che
permette all'energia individuale Ki d'interagire con quella Rei,
ovvero quella universale. Chi dà Reiki è un tramite, un "canale di
Luce". Antica, eterogenea e non databile è la tradizione orale
dell'utilizzo di questa trasmissione, Usui è colui che ha riportato in
evidenza la disciplina in epoca contemporanea. Tutto si basa
sull'imposizione delle mani, in un'impostazione gnostica e dualistica,
dove solo le energie positive vengono convogliate in "un percorso di
benessere". Armonia nel qui ed ora è un primo obiettivo da conseguire
osservandone i principi. Fondamentali e, come tali, ben esposti, in un
linguaggio chiaro e diretto, sono i chakra con tutte le loro
connessioni, sia sul piano fisico che su quello psichico. Mentre l'aura,
ossia quel flusso energetico che ci circoscrive, viene analizzata tra
percorsi e aneddoti che vanno dalla tradizione biblica ai tentativi
della ricerca scientifica. Riemergono, come da una vecchia soffitta, lo
schermo di Kilner ed i successivi studi operati dai russi mantenendo un
saldo riferimento di pensiero sull'argomento con Rudolf Steiner,
ideatore dell'antroposofia. Due sono i livelli di Reiki, il primo,
Shoden, ed il successivo Okuden. Maestro è colui che dedica
"completamente la propria vita a questa Via", ed è questo un ulteriore
stadio e con valori iniziatici, dal quale si riceve la consegna dei
simboli attraverso mantra segreti. Per attivare un livello si ricorre al
Reiju, cerimoniale di apertura ai canali energetici. Interessante è il
dualismo grafico e semantico di cui si compone l'ideogramma, oltre a
poter essere scritto in due differenti maniere, sta a significare
"accettare la spiritualità" come pure "dare la spiritualità". Perno dei
trattamenti, oltre ad una predisposizione del cuore, è quello del
posizionamento delle mani. Al Reiki, inoltre, si ricorre anche per
l'autotrattamento, pratica fondamentale per migliorarsi nonché per
ottimizzare il trattamento rivolto ad altri. Si opera sempre e comunque
per il bene della persona. Se il primo livello corrisponde ad un
approccio fisico, il secondo si colloca nella mente, presuppone maggiore
consapevolezza e responsabilità. Il cammino, dal "qui e ora", si evolve
attraverso i simboli del "Dentro" e dell' "Oltre" per culminare nel
quarto simbolo, quello della "connessione diretta con il Rei, con la
Luce, con la Fonte". Il risvolto filosofico è di stampo buddista: "se
cambio io, cambia il mondo attorno a me", ma le connessioni sono molto
più vaste e qua e là sparse nel mondo, dal manicheismo alle eresie
albigesi, dagli Esseni ai Bogomili, per citare solo quelle riportate
nell'apposito glossario messo a tergo del testo.
Una recensione di Enrico Pietrangeli
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