sabato 11 agosto 2012

Un commento senza pretese su Margaret Mazzantini

http://margaretmazzantini.com/category/libri/

Forse è uno dei miei autori preferiti.
Di lei ho letto vari libri. Non sto qua a elencarli.
Mi piacciono le storie, ma ancor più mi piace il suo stile.
I suoi detrattori la bollano troppo rapidamente come " radical chic ", con tono di sufficienza.
Ma io trovo che Margaret riesca a entrare nelle vite dei personaggi e di rimbalzo in quelle dei lettori con una delicatezza e una tenacia particolari. Non si stufa, non si stanca. Di descrivere. Attraverso metafore o raffigurazioni struggenti e anche crude.
Lei non scrive di Zorro. Non scrive di nonna. Non scrive della ragazza albanese, non scrive di Diego.
Lei DIVENTA Zorro, nonna, Diego e tutti i suoi personaggi, anche quelli minori, i piccoli cameo, apparentemente " tinche " o apparentemente " inutili ", di passaggio. Non c'è niente di inutile, nella sua narrativa.
Lei E' tutti loro. E lo è per noi, ce li dona passo passo, con lo sfogliare le pagine.
Usa parole che, in bocca a una donna, in teoria ( ma quale teoria ? ) non starebbero bene. Lei se ne frega, giustamente.
E dice piscio, dice foia, ti sbatte in faccia l'insofferenza di una madre, che è stanca e ha voglia di menare suo figlio; di una moglie che non ha voglia e che la dà, ma asciutta come una lama. Che non vedi come mostri, ma come figure profondamente umane, appartenenti al genere umano. Potremmo essere noi. Siamo noi.
E' impossibile che ci siano persone che, anche per un solo attimo, non abbiano provato il languore di Zorro, la rumorosità di Gojko, la voglia di prendersi a schiaffi perché " Nessuno si salva da solo ".
Margaret adatta il linguaggio e il ritmo a seconda della storia.
Espressioni dal sapore antico, parole scolorite come una foto nei toni del seppia come nel "Catino di Zinco", e altre anche colloquiali, fresche di slang giovanile come quel " Mà " che Pietro rivolge alla madre in " Venuto al Mondo ".
Niente è casuale, ma curato. Scelto. Pensato. Senza fatica.
Faticosi sono alcuni passaggi, per la pesantezza che ti lasciano nel cuore, perché la sofferenza e la difficoltà dei personaggi diventa la tua. Ma non lo stile.
Me la immagino, Margaret, al suo tavolo da lavoro, con penna o computer non lo so, con il suo viso etereo, gli occhi affondati in qualche scampolo di vita di qualche padre disperato, di qualche figlio trasandato, di qualche donna incazzata, che svicolano, scivolano, si infiammano fra le pagine.
Mi piace. Decisamente sì. Margaret Mazzantini mi piace molto.
E alla fine di ogni suo libro, ho sempre bisogno di una pausa fisica, prima di attaccare un altro libro ( sia suo, che di altri ). Ho bisogno che l'aspro, l'amaro, il dolce, la rabbia fluiscano in me e via da me. Che mi lascino dentro le sensazioni. Che non svaniscano. Perché, davvero, è una bravissima autrice.
Grazie.
FRANCESCA BONELLI

1 commento:

  1. che bello :D

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    << Cara Francesca,
    grazie di queste parole così appassionate, competenti e umane. Per
    scrivere bisogna essere umili, svuotarsi di se stessi per lasciarsi
    avvitare. E non c'è vera scrittura senza dolore.
    Un abbraccio

    Margaret Mazzantini >>

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